La dipendenza affettiva rientra nelle
cosiddette " new addictions", ovvero quelle dipendenze senza sostanza
chimica. Nella dipendenza affettiva la persona ricerca ossessivamente
l'amore, così come il tossicodipendente ricerca la droga, ed ha un
bisogno spasmodico di essere amato, pur avendo poche capacità di
amare a sua volta.
Ultimamente si sente spesso parlare di dipendenza affettiva, e di solito si fa riferimento alle donne che ne
soffrono, poiché statisticamente ne sono più colpite. Tuttavia,
esiste anche una forma di dipendenza affettiva maschile, ugualmente dolorosa.
Pur trattandosi dello stesso disturbo,
le modalità con cui uomini e donne vi reagiscono sono diverse: le
donne tendono a rifugiarsi nell'introspezione, gli uomini invece,
solitamente, si lanciano freneticamente nel lavoro o nello sport,
cercando una scarica attraverso il corpo.
Molto spesso, alla radice della
dipendenza affettiva maschile, si ritrova un rapporto madre-bambino molto particolare. Spesso infatti il dipendente affettivo ha avuto
una madre apprensiva, ipercontrollante ed efficiente. Tale
accudimento estremo non ha consentito al bambino di diventare
autonomo e di sperimentarsi nella vita da solo, mantenendolo in uno
stato di dipendenza costante dalla figura materna.
Ecco che quel
bambino, ora diventato adulto, continua a ricercare quell'accudimento
totalizzante nella partner.
Dunque, come è evidente, il fulcro di
tutto è l'autostima, che nel dipendente affettivo assume la
consistenza delle sabbie mobili.
Quest'uomo cammina sul guado della
sua bassa autostima, cercando affannosamente di aggrapparsi alla
partner di turno, ottenendo il solo risultato di farla affondare con
lui e di annaspare ancora di più in un'autostima, per questo, sempre
più bassa.
La dipendenza affettiva maschile
generalmente può incanalarsi in due strade, che potremmo riferire ai
personaggi di Otello e Don Giovanni.
Otello instaura una relazione di
dominio con Desdemona che, per quanti sforzi faccia, non riesce a
tranquillizzarlo sul suo amore. Dunque Otello, per quanto appaia
dominante, è dipendente dalla sua amata, e vive nella costante paura
dell'abbandono e del tradimento, che manifesta attraverso il possesso
e la gelosia estrema.
Don Giovanni, di converso, evita il legame
stringendo relazioni esclusivamente sessuali, e fuggendo non appena
si palesa il rischio di un coinvolgimento emotivo. Come canta Nina
Zilli, “tutte le donne che vuoi, le hai, ma d'amore tu non muori
mai...”
In entrambi i casi, ad ogni modo, la
relazione non viene ricercata in quanto tale, ma solo come sedativo
delle proprie ansie di abbandono e della propria paura della
solitudine.
Ma la buona notizia è che dalla dipendenza affettiva si può guarire, con l'aiuto giusto. E non c'è niente di male ad affidarsi a un professionista. Una psicoterapia può essere molto utile, in questi casi.
Ed è così che voglio concludere
questo articolo, caro lettore che annaspi nelle sabbie mobili delle
tue insicurezze...
Ogni giorno, un Otello si alza, ed è
in ansia perchè sa che dovrà correre a controllare la sua donna
dagli assalti del Don Giovanni di turno..
Ogni giorno, un Don Giovanni si alza,
ed è in ansia perchè sa che dovrà correre a sedurre una partner
per la giornata senza farsi beccare dall'Otello di turno...
Quindi, non importa che tu sia Otello o
Don Giovanni...
Smettila di correre. Respira. E lavora
sulla tua ansia.
Solo quando imparerai ad amare un po'
di più te stesso, potrai amare un'altra persona.
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