Qualche domenica fa, ho incontrato per strada una coppia di
amici. Lei sorridente, lui con un’aria afflitta e pensierosa. Così ho chiesto:
cos’è quella faccia? E la risposta è stata: sto pensando che domani è lunedì e
devo lavorare, fare un sacco di cose… per me la domenica è una mazzata in
fronte”.

Si dice che l’attesa del piacere sia essa stessa piacere…e,
aggiungo io, l’attesa dello stress è essa stessa stressante…!
Pensateci un attimo.
Pensate a quel sabato in cui avete rinunciato ad andare ad
una festa perché il lunedì avevate un esame. Oppure ci siete andati ma non vi
siete divertiti perché pensavate all’esame.
Pensate a quella passeggiata sul lungomare in cui il/la
vostro partner vi stava raccontando un episodio simpatico, ma che non avete
ascoltato perché stavate pensando già al bucato accumulato da fare al ritorno a
casa.
Pensate a quella sera che eravate stesi sul divano a leggere
un libro, ma non riuscivate a rilassarvi e ad immergervi nella storia perché nella
testa si rincorrevano gli impegni del mattino dopo.
Prendetevi un minuto.
Pensate a tutte quelle volte. Quelle in cui c’eravate con il
corpo ma non con il cuore.
Molti di noi rincorrono affannosamente il fine settimana,
non vedono l’ora che arrivi la domenica, e poi non se la godono. Non facciamo
in tempo a liberarci di un’incombenza, che subito se ne affaccia un’altra.
Adesso probabilmente starete pensando che è ovvio, che la
vita è sempre piena di faccende da sbrigare, di preoccupazioni; che il periodo
storico che viviamo è difficile… e sapete che vi dico?
È vero.
Tutto vero.
Tutto assolutamente, pienamente, dannatamente, vero.
Ma se non siamo noi a ritagliarci degli spazi per il nostro
benessere, la vita non lo farà al posto nostro. La vita è difficile, complessa,
ricca, e se aspettiamo il momento di calma per poterci prendere cura di noi
stessi, quel momento potrebbe non arrivare mai.
Quindi dobbiamo conquistarcelo da soli.
In “Io speriamo che me la cavo” c’è una massima
meravigliosa:
“A vita è comm a scalett do pollaio…cort e chin e merd”
Adesso, anche senza voler essere così naif, bisogna
riconoscere che gli impegni nella vita sono tanti e sfuggirgli non sarebbe né utile
né gratificante. Tuttavia, è importante costruire dentro di sé uno spazio
personale, tutto nostro, in cui poterci concedere il relax che meritiamo.
Non parlo di ritagliarsi del tempo libero, sebbene sia
importantissimo… parlo di concedersi la possibilità di goderselo, quel tempo
libero.
Non parlo di uno spazio concreto, ma di un angolo mentale.
Siete mai stati in un "calidarium" o in un "bagno turco"? Appena
entrati si può avvertire una sensazione di pesantezza, perché siamo abituati
all’aria esterna, dove possiamo guardare molto lontano l’obiettivo, e correre
veloce per raggiungerlo. Una volta entrati, invece, il vapore ci permette di
vedere solo ciò che abbiamo strettamente intorno a noi, e si posa sulle spalle
come una calda mano che ci invita a sederci. L’istinto può essere quello di
uscire subito; ma, se resistete al primo impatto, se vi accomodate, comincerete
a sentire i polmoni liberarsi, e la mente aprirsi, nel silenzio. Suderete, eliminando le tossine accumulate.
Un’esperienza del genere aiuta a rituffarsi
nella frenesia quotidiana ritemprati e rinvigoriti, con maggiore slancio.
Ciò che vi invito a fare è, dunque, riservare a voi stessi
un simile angolo di pace, non per chiedervi dove state andando nella vita, ma
dove vi trovate adesso, come state, quali emozioni provate.
E non vi sto dicendo di farlo in una spa in campagna, ma di
costruire questo spazio dentro di voi.
Create il vostro bagno turco.
Un bagno turco dell’anima.
Buon ritorno al lavoro!
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