Girellando per i meandri di
facebook mi sono imbattuta nella bellissima canzone latina “No vale la pena
enamorarse”, con relativo dibattito tra chi sostiene che valga sempre la pena buttarsi
a cufaniello nei sentimenti e chi ritiene che la prudenza non sia mai troppa perché
il rischio di soffrire è sempre in agguato.
Così, da psicologa, mi sono
fermata anch’io a riflettere su questa annosa questione.
Vale la pena innamorarsi? Oppure no?

Io credo che la vera domanda da
farsi sia: di chi vale la pena innamorarsi?
E qui la risposta ce l’ho.
Se c’è una cosa a questo mondo di
cui sicuramente vale la pena, è innamorarsi di se stessi. Solo colui che ama se
stesso non consentirà all’altro di essere dominatore assoluto del proprio
benessere e della propria autostima.
Molti pensano erroneamente che il
punto sia amare un’altra persona, per cui ne scelgono una e vi riversano tutte
le proprie risorse amorose. Ma in questo modo, l’unico effetto che ottengono è
di gettare all’esterno i propri tesori emotivi, che poi finiscono con l’esaurirsi.
Inoltre, queste persone saranno sempre in attesa dello sguardo dell’altro, dell’essere
ricambiati, dell’essere corrisposti, perché da ciò misurano il proprio valore.
Viceversa,
se impariamo ad apprezzare e ad amare prima di tutto noi stessi, l’amore che
emaniamo si autoalimenterà continuamente, e non si esaurirà dandolo all’altro. In
questo modo, anche se non dovessimo essere corrisposti, il rifiuto non andrà ad
intaccare la fiducia in noi stessi.
È un po’ come quando va male un’interrogazione
a scuola.
Quel 3 sul registro riguarda quella specifica interrogazione, magari
tu e la geografia non siete fatti l’uno per l’altra, ma in alcun modo quel
brutto voto deve intaccare l’idea di te stesso in quanto persona, la tua
intelligenza, la tua autostima.
Spesso, quando le
persone mi raccontano le loro delusioni sentimentali, sento frasi come: “Perché
non mi vuole?” “Cosa ho che non va?”
È come se la propria consistenza
come persona fosse completamente attribuita all’altro. Se lui/lei non mi
corrisponde, allora c’è qualcosa in me che non va.
Tradotto: non sono
meritevole di essere amato.
Ma se ci aspettiamo che siano gli
altri a restituirci un’immagine di noi meritevole d’amore non saremo mai
accontentati.
Quando una persona è orientata
totalmente all’altro è come se gli chiedesse continuamente “Guardami! Guardami!
Guardami!”, eppure sembra restare invisibile. Tutto ciò causa sofferenze
enormi.
Solo quando quella persona sarà
in grado di guardarsi da sola, potrà assumere visibilità agli occhi dell’altro.
L’amore è come un falò su una
spiaggia notturna. Se continui a sottrarre ciocchi infuocati al tuo falò per
darli alle altre persone, queste potranno allontanarsi, e a lungo andare rimarrai
al buio e al freddo. Ma, se TU alimenti il TUO falò DENTRO DI TE, il fuoco
divamperà, e allora sì che diventerai davvero un punto luminoso nella sabbia.
A questo punto la domanda
diventa: se io per primo non ho amore per me stesso, chi altri potrà mai
averne?
Quindi, per concludere, la mia
risposta è si. Vale la pena innamorarsi. Soprattutto di se stessi.
E voi, cosa ne pensate?
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